Intrigante e fascinosa come nessun'altra località dell'isola, Trapani e il suo territorio rappresentano il lembo di Sicilia che più di ogni altro sa emozionare e appassionare. In questo luogo, sospeso tra cielo e mare, si raggiungono vette di eccellenza impareggiabile. Lo splendore delle coste trapanesi, ricco di panorami mozzafiato di cui il mare è protagonista assoluto, si fonde con il fascino senza tempo di un territorio fatto di arte e cultura, ma anche di gente, tradizioni, abitudini, mettendo in scena, ogni giorno dell'anno, un interminabile spettacolo che cattura i sensi e la mente.
Visitare Trapani è come scegliere di galleggiare su di una “zattera” ancorata tra due mari. Il Tirreno e il Mediterraneo. Una “zattera” carica di storia e d’amore, segnata dal tempo e dai popoli che l’hanno abitata.
Città Elima che appartenne ai Fenici, agli Arabi, ai Normanni, Trapani conserva gesta, cultura e tradizioni che ancora oggi palesano quei transiti. La città, nei secoli ambita per posizione e per vocazione, non può che essere il suo mare e il suo centro storico. Un mare generoso che resta inizio e fine di tutto. Ancora oggi le acque che cingono la città oltre a specchiarne la bellezza restano la risorsa dei tanti trapanesi che il mare da sempre lo intraprendono con un duro lavoro.
L’antico porto peschereccio nel vecchio quartiere delle baracche resta esempio di tanta laboriosità. Alle prime luci dell’alba il rientro dei tanti pescherecci carichi di buon pescato è segnato dal vocio fitto di pescatori e mercanti che “alle grida” tentano fruttuose vendite. Voci, colori, odori, ogni mattina si perpetuano meritando la vista di chi vuole toccare l’anima di una città che vive del suo mare.
Un dedalo di viuzze asseconda il vento e una fitta ragnatela di case, un tempo dimore dei pescatori, collega i due mari, assumendo la forma di una falce, sulla punta della quale s’erge Torre di Ligny. Eretta nel 1671 a difesa della città, la torre a pianta quadra posta sull’ultimo scoglio utile, prima del mare aperto, è oggi sede di un museo antropologico ed insieme al castello di Mare detto “la colombaia” (antica casa di reclusione) edificato su di un isolotto davanti al porto peschereccio, resta baluardo e simbolo di una città che cercò difese.
Sono circa 40 i Km che separano Trapani da San Vito Lo Capo. Scegliere di visitare questo antico borgo marinaro, fino alla fine degli anni 60 del secolo scorso unicamente luogo di residenza di pescatori, significa soprattutto godere di una delle più belle spiagge d’Italia.
Un lunghissimo arco di sabbia finissima a lambire il paese, abbraccia un mare sempre trasparente e cristallino. La stessa acqua che si insinua tra le piccole baie di ghiaia bianca, sotto i costoni della riserva naturale dello “zingaro”, un oasi protetta percorribile esclusivamente a piedi che collega San Vito Lo capo all’incantevole golfo Di Castellammare con i suoi meravigliosi faraglioni.
S. Vito Lo Capo oltre ad essere meta preferita di chi ama il contatto diretto con la natura, permette di godere, in date prestabilite, di alcuni appuntamenti fissi con le varie manifestazioni che periodicamente interessano il visitatore, dal festival internazionale degli aquiloni, all’ormai celeberrimo “cus-cus fest”.
Importante rassegna gastronomica internazionale a cui partecipano le varie cucine dei paesi che si affacciano sul mediterraneo, ognuna pronta ad offrire la sua proposta di “cus-cus”, piatto forte della tradizione siciliana ma di origine magrebina.
A 751 mt s.l.m., circondata da una rigogliosa pineta, sulla sommità del monte San Giuliano, si staglia, alta nel cielo, l’incantevole Erice. Un dedalo di viuzze medioevali lastricate da antiche basole dove il tempo sembra essersi fermato. Fu Erix per i Sicani e per gli Elimi. Harucas per i Punici. L’Erico dei Romani e la Gebel-Hamed degli Arabi.
Abitata sin dalla preistoria, Erice offre impareggiabili panorami che catturano lo sguardo grazie alle verdi vallate dell’agro-ericino e alla magnifica “flotta” delle isole Egadi. Dai meravigliosi giardini del Balio a ridosso del castello di Venere, agli occhi dei fortunati visitatori, le tre “perle egadine” Levanzo, Favignana e Marettimo risaltano come tre superbi vascelli in navigazione. In questo antichissimo borgo un artigianato ancora fiorente prevede la realizzazione di tappeti dai colori vivaci annodati su antichissimi telai, risultato dell’intreccio impossibile di canape grezze.
Durante la visita ad Erice da non perdere l’assaggio della sublime pasticceria locale frutto di antiche ricette che abili pasticcieri della vetta hanno ereditato dalle laboriose suore di clausura dell’antico convento di S. Carlo. Innumerevoli le chiese, tutte interessanti, da non perdere la visita alla chiesa Madre che conserva intatto un altare in marmo del Gagini.
A 20 Km da Trapani sulla direttrice per Palermo percorsi 2 km dall’uscita “Segesta” ci si trova immersi nell’antichissima città Elima. Dell’urbe di questa antichissima città, costruita dai profughi troiani (Elimi) sulla sommità del monte Barbaro restano poche ma importanti vestigia oltre che un bellissimo e maestoso tempio e un anfiteatro romano interamente in pietra, da cui si può apprezzare un panorama mozzafiato.
Basterebbero queste scarne informazioni per suscitare una buona curiosità ed indurre alla visita, ma al netto della storia che trasuda ancora dalle pietre segestane resta un bene sapere che Segesta, con tutta la sua vallata che si estende dal paese di Calatafimi fino a Castellammare del Golfo, rappresenta un oasi di pace.
Una pace colorata, profumata. L’intenso verde dei boschi che cinge il sito archeologico contrasta il giallo dei campi di grano alla mietitura per ricomparire smeraldo sulle infinite distese di vigneti allineati in filari. Spighe e foglie di vite mosse da un vento odoroso che proviene dal mare. Bordi d’agave a delimitare sentieri e fichi d’india rossi quando lo sono.
Ben collegate dal porto di Trapani con servizio aliscafi e traghetti, le Egadi sono il loro incantevole mare. Una poesia liquida, recitata dal colore, dall’odore e dalla trasparenza di acque d’impareggiabile bellezza. Le stupende cala rossa e cala azzurra a Favignana o Cala Minnola nella piccola Levanzo, per non parlare dei fondali e delle fantastiche grotte marine della più lontana Marettimo, da sole basterebbero a giustificare una escursione su questo fantastico arcipelago. Ma le Egadi sono anche altro. Favignana, comune capoluogo delle Egadi, che i greci chiamarono “Aegusa”, resta un interessante ed animato borgo marinaro che offre tutti i servizi di prima necessità. L’isola morfologicamente distinta da una parte montuosa e da una pianeggiante permette la vista di paesaggi naturalistici differenti incorniciati sempre dal favoloso mare. Da visitare le vecchie cave di tufo e lo stabilimento Florio, esempi di un laborioso passato fatto di duro lavoro profuso dentro “fossi” di calcare o sotto le “campate” di quella che fu una delle più importanti industrie ittiche del mediterraneo, un sito ora riconvertito a contenitore culturale. Da non perdere nel periodo maggio-giugno il rinnovo dell’antichissimo rito della mattanza, un esempio di pesca del tonno tanto spettacolare quanto emotivamente toccante.
La maggiore delle tre isole si distingue anche per la buona offerta gastronomica grazie ai tanti ristoranti che propongono varie ricette, sempre a base del buon pescato. Da considerare la possibilità di assaggio del buon pesce anche a bordo di pescherecci attrezzati come pesca-turismo. Lo sbarco sulle altre due perle delle Egadi, ossia Levanzo e Marettimo resta all’insegna di escursioni prevalentemente naturalistiche. Levanzo la più piccola delle tre isole, interamente montuosa, con sentieri che si inerpicano tra la fitta macchia mediterranea, accoglie il visitatore in un borgo piccolissimo. Le poche case e le poche strutture ricettive sono il vantaggio di chi sceglie solo il contatto con il mare e senza altre “distrazioni” resta pronto alla scoperta di luoghi suggestivi ed incontaminati. L’isola abitata già nel neolitico lascia testimonianza del passaggio dell’uomo nella “grotta del genovese” ove è possibile ammirare graffiti risalenti a 5000 anni fa. Ultima in ordine di distanza dalla costa, Marettimo. Anche con quest’isola la natura è stata particolarmente generosa. Fondali meravigliosi, grotte marine di superba bellezza, acque diamantine e costoni rocciosi che s’ergono imponenti dal mare caratterizzano l’ultimo lembo delle Egadi. Visitare Marettimo vuol dire scegliere il suo periplo in barca. Molti i pescatori che offrono al visitatore la possibilità di un bagno in una delle tante grotte raggiungibili solo via mare. L’interno dell’isola resta interessante per chi ama il trekking o per chi vuole visitarlo in groppa a degli asinelli che vivono sull’isola, una sorta di “ippoterapia” nel cuore del mediterraneo.